Celiachia: facciamo chiarezza

Celiachia: facciamo chiarezza

La celiachia è una patologia autoimmune cronica che colpisce l’intestino tenue e viene scatenata dall’ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti [2]. Il glutine è una frazione proteica presente principalmente nel grano, nell’orzo e nella segale, ed è presente in molti alimenti come pane, pasta, pizza, biscotti e snack dolci e salati [2]. Facciamo chiarezza…..

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Cos’è la celiachia?

La celiachia è un’enteropatia infiammatoria permanente, caratterizzata da una risposta infiammatoria cronica a livello della mucosa dell’intestino tenue [2]. Questa risposta infiammatoria provoca la scomparsa dei villi intestinali, che sono importanti per l’assorbimento dei nutrienti, e l’infiltrazione di linfociti nella mucosa [2]. Se non viene diagnosticata tempestivamente e trattata in modo adeguato, la celiachia può causare complicanze irreversibili e resistenti al trattamento dietetico [2].

Storia della celiachia

La celiachia viene menzionata per la prima volta da Areto di Cappadocia nel 250 d.C., che la descrisse come una condizione in cui le persone soffrono negli intestini [2]. Nel 1856, Francis Adams tradusse il termine dal greco all’inglese, coniando l’espressione “celiaci” [2]. Successivamente, nel 1888, Samuel Gee descrisse i sintomi dettagliati della celiachia e predisse che l’unico trattamento efficace sarebbe stato una dieta adeguata [2]. Solo nel 1945, il pediatra olandese Willem Karel Dicke identificò nella farina di frumento l’agente responsabile dei sintomi nei bambini celiaci [2].

Cause della celiachia

La celiachia è una malattia multifattoriale che richiede due fattori per svilupparsi: l’assunzione di glutine con la dieta e la predisposizione genetica [2]. Solo il 3% della popolazione mondiale portatrice della predisposizione genetica e che consuma glutine sviluppa la celiachia [2]. Al momento, non si conosce la natura esatta dei fattori scatenanti, ma si ipotizza che alcune infezioni virali e la quantità di glutine introdotta durante lo svezzamento possano avere un ruolo importante nello scatenamento della celiachia [2].

Sintomi, malattie associate e complicanze

I sintomi della celiachia possono variare notevolmente in gravità e possono colpire diversi organi e sistemi del corpo [2]. Alcuni dei sintomi più comuni includono diarrea, gonfiore addominale, dolori addominali, perdita di peso, malassorbimento intestinale e rallentamento della crescita nei bambini [2]. Tuttavia, la celiachia può anche manifestarsi con sintomi atipici come stanchezza, affaticamento, perdita dei capelli, ulcere e lesioni ricorrenti nella bocca, dolori addominali ricorrenti, vomito, aumento del livello plasmatico delle transaminasi, disturbi del ciclo mestruale, ridotta statura, infertilità, disturbi della gravidanza, riduzione della massa ossea e formicolio e intorpidimento delle mani e dei piedi [2].

Se non viene trattata adeguatamente, la celiachia può causare importanti complicanze, tra cui osteopenia, osteoporosi, anemia da carenza di ferro, anemia da carenza di folati e aumentato rischio di sviluppare alcuni tipi di cancro [2].

Diagnosi e trattamento

La diagnosi di celiachia si basa su una combinazione di sintomi clinici, test di laboratorio e biopsia intestinale. I test di laboratorio includono la ricerca nel sangue di anticorpi specifici, come gli anticorpi anti-transglutaminasi [1]. La conferma della diagnosi viene solitamente ottenuta attraverso una biopsia intestinale, che mostra la presenza di danni alla mucosa intestinale tipici della celiachia [2].

Il trattamento principale per la celiachia è una dieta rigorosamente priva di glutine. L’eliminazione del glutine dalla dieta permette alla mucosa intestinale di guarire e ai sintomi di scomparire. È importante sottolineare che la dieta senza glutine deve essere seguita in modo rigoroso e a vita, poiché anche piccole quantità di glutine possono causare danni alla mucosa intestinale [2].

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